martedì 12 febbraio 2008

Supplica, Catullo x il 13/02

Se qualche piacere c'è per un uomo che ricorda i precedenti benefici, quando pensa di esser pio, né d'aver violato la sacra fede, ne per alcun patto d'aver abusato della potenza degli dei per ingannare gente, molte gioie ti restano pronte per lungo tempo Catullo, da questo ingrato amore. Qualunque cosa gli uomini possano dire o fare bene per qualcuno, questa è stata detta e fatta da te. Tutto quanto fu affidato a spirito ingrato, è perduto. Perciò perché ancora ti torturerai di più? Perché non ti fortifichi e ti distacchi di là, e non smetti di essere misero, con gli dei contrari? E' difficile deporre improvvisamenteun lungo amore, è difficile, ma questo, come sia possibile, fallo: questa è l'unica salvezza. Questo devi stravincerlo, fallo, o sia impossibile o possibile. O dei, se è vostro compito aver pietà, o se mai offriste estremo aiuto a qualcuno nella morte stessa, me misero guardate e, se ho condotto una vita pura, toglietemi questa disgrazia e rovina, che insinuandosi in me come torpore nel fondo delle membra cacciò da tutto il cuore le gioie. Non chiedo già che lei invece mi ami, o, perché non è possibile, che voglia esser pudica: desidero star bene e deporre questa tetra malattia. O dei, concedetemelo per la mia fede.

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